Il 13 dicembre 1769 Leopold Mozart (1719 – 1787) e il figlio Wolfgang Amadeus (1756 – 1791) partivano per intraprendere il loro primo viaggio in Italia. Sarebbero ritornati a Salisburgo solo il 28 marzo 1771. Nelle intenzioni del padre, l’itinerario, che toccò i centri musicali più importanti della penisola in un’alternanza fra brevi soste e lunghi soggiorni, mirava sia a completare la formazione del giovane, sia a mostrarne il talento ormai maturo per incarichi professionali durevoli. La ricostruzione degli incontri, delle frequentazioni musicali, della vita quotidiana, desumibile dalle lettere, dagli appunti di viaggio e da altra documentazione collaterale, offre un popolato affresco dell’Italia musicale, colta in un momento di riforme culturali e sociali. Nonostante molto sia stato scritto in proposito, le ricerche continuano a susseguirsi e ad arricchire di nuovi punti prospettici le indagini non solo sui viaggi mozartiani in sé, ma anche sugli ambienti e sui polimorfici contesti osservati e vissuti dai Mozart. Le ricerche non mancano di dare frutti. Tra i ritrovamenti recenti figura il libretto del dramma per musica Il Demetrio di Pietro Metastasio con musiche di Johann Adolf Hasse (Fig. 1), rappresentato a Mantova come primo spettacolo del carnevale di quell’anno (26 dicembre 1769 - 27 febbraio 1770). Si tratta della seconda opera in musica alla quale i Mozart assistettero durante il viaggio. Il libretto di quello spettacolo, considerato irreperibile almeno sino alle ricerche concentratesi attorno al recente anniversario della nascita di Amadeus (2006), è successivamente riemerso. La concreta disponibilità della fonte librettistica consente non solo di aggiornare le conoscenze sullo spettacolo visto dai Mozart, ma anche di rileggere la sua realizzazione nel contesto della vita musicale locale, sullo sfondo della fortuna del testo metastasiano e della non comune pluridecennale persistenza della composizione di Hasse, che questo ritrovamento allunga di ulteriori tre anni rispetto a quanto sinora conosciuto.

Il ritrovato ‘Demetrio’ di Metastasio e Hasse: a teatro con i Mozart (Mantova 1770)

P. Besutti
2021-01-01

Abstract

Il 13 dicembre 1769 Leopold Mozart (1719 – 1787) e il figlio Wolfgang Amadeus (1756 – 1791) partivano per intraprendere il loro primo viaggio in Italia. Sarebbero ritornati a Salisburgo solo il 28 marzo 1771. Nelle intenzioni del padre, l’itinerario, che toccò i centri musicali più importanti della penisola in un’alternanza fra brevi soste e lunghi soggiorni, mirava sia a completare la formazione del giovane, sia a mostrarne il talento ormai maturo per incarichi professionali durevoli. La ricostruzione degli incontri, delle frequentazioni musicali, della vita quotidiana, desumibile dalle lettere, dagli appunti di viaggio e da altra documentazione collaterale, offre un popolato affresco dell’Italia musicale, colta in un momento di riforme culturali e sociali. Nonostante molto sia stato scritto in proposito, le ricerche continuano a susseguirsi e ad arricchire di nuovi punti prospettici le indagini non solo sui viaggi mozartiani in sé, ma anche sugli ambienti e sui polimorfici contesti osservati e vissuti dai Mozart. Le ricerche non mancano di dare frutti. Tra i ritrovamenti recenti figura il libretto del dramma per musica Il Demetrio di Pietro Metastasio con musiche di Johann Adolf Hasse (Fig. 1), rappresentato a Mantova come primo spettacolo del carnevale di quell’anno (26 dicembre 1769 - 27 febbraio 1770). Si tratta della seconda opera in musica alla quale i Mozart assistettero durante il viaggio. Il libretto di quello spettacolo, considerato irreperibile almeno sino alle ricerche concentratesi attorno al recente anniversario della nascita di Amadeus (2006), è successivamente riemerso. La concreta disponibilità della fonte librettistica consente non solo di aggiornare le conoscenze sullo spettacolo visto dai Mozart, ma anche di rileggere la sua realizzazione nel contesto della vita musicale locale, sullo sfondo della fortuna del testo metastasiano e della non comune pluridecennale persistenza della composizione di Hasse, che questo ritrovamento allunga di ulteriori tre anni rispetto a quanto sinora conosciuto.
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