“Se è vero, come credo sia vero, che le teorie giuridiche sono strumenti pratici, in quanto servono ad operatori che usano leggi e istituzioni, allora è ragionevole chiedersi anzitutto cosa una teoria serve o può servire a fare”. Questa nitida professione di fede nella valenza puramente operativa del diritto costituisce la chiave di lettura dell'intera opera di Giovanni Tarello, dai primi studi storiografici sul realismo giuridico e sul pauperismo francescano a quelli di filosofia del linguaggio normativo, dagli studi della maturità sulla teoria generale dell'interpretazione a quelli ‘corsari’ di politica del diritto, sindacale e giudiziaria.Muovendo da quello che ne è stato l'intento più scopertamente provocatorio, la “caccia alle ideologie” nascoste dal tecnicismo normativistico, questo libro descrive l'arco del pensiero tarelliano sino alla sua repentina ma inequivocabile conclusione sul “disordinato coacervo di tentativi, non sempre sorvegliati”, di governo dei giudici. Invero, la scoperta “non purezza” del diritto affonda la fiducia paleopositivistica di neutralizzare con la scienza i conflitti della storia ma, accentuando la riduzione delle teorie giuridiche a strumento operativo, ne acuisce I'ancillarità rispetto ai detentori del potere.[...]
Giovanni Tarello. Teoria, ideologia e metagiurisprudenza
CASERTA, Marco
2001-01-01
Abstract
“Se è vero, come credo sia vero, che le teorie giuridiche sono strumenti pratici, in quanto servono ad operatori che usano leggi e istituzioni, allora è ragionevole chiedersi anzitutto cosa una teoria serve o può servire a fare”. Questa nitida professione di fede nella valenza puramente operativa del diritto costituisce la chiave di lettura dell'intera opera di Giovanni Tarello, dai primi studi storiografici sul realismo giuridico e sul pauperismo francescano a quelli di filosofia del linguaggio normativo, dagli studi della maturità sulla teoria generale dell'interpretazione a quelli ‘corsari’ di politica del diritto, sindacale e giudiziaria.Muovendo da quello che ne è stato l'intento più scopertamente provocatorio, la “caccia alle ideologie” nascoste dal tecnicismo normativistico, questo libro descrive l'arco del pensiero tarelliano sino alla sua repentina ma inequivocabile conclusione sul “disordinato coacervo di tentativi, non sempre sorvegliati”, di governo dei giudici. Invero, la scoperta “non purezza” del diritto affonda la fiducia paleopositivistica di neutralizzare con la scienza i conflitti della storia ma, accentuando la riduzione delle teorie giuridiche a strumento operativo, ne acuisce I'ancillarità rispetto ai detentori del potere.[...]I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.