Il dipinto di Vincenzo Camuccini intitolato La morte di Cesare, oggi conservato nel Museo di Capodimonte a Napoli, è un’opera che ha avuto una lunga e tormentata gestazione, avviata nel 1793 e conclusa al tempo della Restaurazione, le cui tappe salienti coincidono in modo sorprendente con alcuni tra gli snodi più importanti della Rivoluzione francese. La critica si è interrogata a lungo sulla genesi e sulle fonti del capolavoro del pittore neoclassico romano , commissionatogli dal collezionista irlandese Frederick Harvey, vescovo di Derry e conte Bristol, più noto come Lord Bristol. Vi è però un elemento centrale che finora non è stato indagato dagli storici dell’arte e dai biografi dell’artista: il rapporto tra la versione delle Idi di marzo di Camuccini e le interpretazioni del tirannicidio formulate durante la Rivoluzione francese e soprattutto al momento dell’ascesa di Napoleone Bonaparte. Obiettivo di questo saggio è ricostruire in sintesi tale dibattito, con particolare riferimento ai discorsi e alle rappresentazioni riguardanti l’uso del pugnale quale simbolo e strumento del conflitto politico, allo scopo di proporre un’interpretazione innovativa del quadro di Camuccini.
Il cesaricidio dopo Napoleone. Considerazione attorno alla Morte di Cesare di Vincenzo Camuccini
Di Bartolomeo Daniele
2023-01-01
Abstract
Il dipinto di Vincenzo Camuccini intitolato La morte di Cesare, oggi conservato nel Museo di Capodimonte a Napoli, è un’opera che ha avuto una lunga e tormentata gestazione, avviata nel 1793 e conclusa al tempo della Restaurazione, le cui tappe salienti coincidono in modo sorprendente con alcuni tra gli snodi più importanti della Rivoluzione francese. La critica si è interrogata a lungo sulla genesi e sulle fonti del capolavoro del pittore neoclassico romano , commissionatogli dal collezionista irlandese Frederick Harvey, vescovo di Derry e conte Bristol, più noto come Lord Bristol. Vi è però un elemento centrale che finora non è stato indagato dagli storici dell’arte e dai biografi dell’artista: il rapporto tra la versione delle Idi di marzo di Camuccini e le interpretazioni del tirannicidio formulate durante la Rivoluzione francese e soprattutto al momento dell’ascesa di Napoleone Bonaparte. Obiettivo di questo saggio è ricostruire in sintesi tale dibattito, con particolare riferimento ai discorsi e alle rappresentazioni riguardanti l’uso del pugnale quale simbolo e strumento del conflitto politico, allo scopo di proporre un’interpretazione innovativa del quadro di Camuccini.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.