In post-conciliar Rome, the need to bind the population to the doctrine of the Holy Roman Church became more and more urgent: it was necessary to stem conversions towards reformed Christianity through concrete examples and material interventions in favour of the needy, in order to demonstrate the prodigality of the Catholic Church. In this context, one must place the charitable activities, but also the educational and popular activities, of Philip Neri and Felix of Cantalice, of Dominican formation and founder of the Congregation of the Oratory the former, Capuchin friar the latter. The revolutionary educational method of the two religious, based not on coercion and punishment, as was typical of the time, but on joy, laughter and sharing, aimed at the exaltation of the Virgin as Sedes Sapientiae, and therefore dispenser of Charity. From this point of view, the essay analyses the iconographies depicting Philip Neri and Felix of Cantalice in their intrinsic similarities and differences, specifying their iconological meanings in the context of the spread of the Catholic Marian cult. In particular, the mystical experience that both religious men had with the Virgin and Child, and which became the main subject of their representation, finds a common matrix in the ancient Byzantine icon of the Panaghia Nikopoia.

Nella Roma post-conciliare, l’esigenza di legare la popolazione alla dottrina di Santa Romana Chiesa divenne sempre più urgente: era necessario arginare le conversioni verso la cristianità riformata attraverso esempi concreti e interventi materiali a favore dei bisognosi, al fine di dimostrare la prodigalità della chiesa cattolica. In questo contesto, si devono inquadrare le attività caritatevoli, ma anche didattiche e divulgative, di Filippo Neri e Felice da Cantalice, di formazione domenicana e fondatore della Congregazione dell’Oratorio il primo, frate cappuccino il secondo. Il rivoluzionario metodo educativo dei due religiosi, basato non sulla coercizione e sulle punizioni, come tipico dell’epoca, ma sulla gioia, il riso e la condivisione, mirava all’esaltazione della Vergine in quanto Sedes Sapientiae, e quindi dispensatrice di Carità. Sotto questo punto di vista, il saggio analizza le iconografie che raffigurano Filippo Neri e Felice da Cantalice nelle intrinseche analogie e differenze, specificandone i significati iconologici nel contesto della diffusione del culto mariano cattolico. In particolare, l’esperienza mistica che entrambi i religiosi vissero nei confronti della Vergine con il Bambino, e che divenne il soggetto principale della loro rappresentazione, trova una matrice comune nell’antica icona bizantina della Panaghia Nikopoia.

Filippo Neri e Felice da Cantalice figli della Vergine. L'umorismo al servizio della carità per la devozione mariana nella Roma di fine '500

Cecilia Paolini
2022-01-01

Abstract

In post-conciliar Rome, the need to bind the population to the doctrine of the Holy Roman Church became more and more urgent: it was necessary to stem conversions towards reformed Christianity through concrete examples and material interventions in favour of the needy, in order to demonstrate the prodigality of the Catholic Church. In this context, one must place the charitable activities, but also the educational and popular activities, of Philip Neri and Felix of Cantalice, of Dominican formation and founder of the Congregation of the Oratory the former, Capuchin friar the latter. The revolutionary educational method of the two religious, based not on coercion and punishment, as was typical of the time, but on joy, laughter and sharing, aimed at the exaltation of the Virgin as Sedes Sapientiae, and therefore dispenser of Charity. From this point of view, the essay analyses the iconographies depicting Philip Neri and Felix of Cantalice in their intrinsic similarities and differences, specifying their iconological meanings in the context of the spread of the Catholic Marian cult. In particular, the mystical experience that both religious men had with the Virgin and Child, and which became the main subject of their representation, finds a common matrix in the ancient Byzantine icon of the Panaghia Nikopoia.
2022
978-88-943702-9-4
Nella Roma post-conciliare, l’esigenza di legare la popolazione alla dottrina di Santa Romana Chiesa divenne sempre più urgente: era necessario arginare le conversioni verso la cristianità riformata attraverso esempi concreti e interventi materiali a favore dei bisognosi, al fine di dimostrare la prodigalità della chiesa cattolica. In questo contesto, si devono inquadrare le attività caritatevoli, ma anche didattiche e divulgative, di Filippo Neri e Felice da Cantalice, di formazione domenicana e fondatore della Congregazione dell’Oratorio il primo, frate cappuccino il secondo. Il rivoluzionario metodo educativo dei due religiosi, basato non sulla coercizione e sulle punizioni, come tipico dell’epoca, ma sulla gioia, il riso e la condivisione, mirava all’esaltazione della Vergine in quanto Sedes Sapientiae, e quindi dispensatrice di Carità. Sotto questo punto di vista, il saggio analizza le iconografie che raffigurano Filippo Neri e Felice da Cantalice nelle intrinseche analogie e differenze, specificandone i significati iconologici nel contesto della diffusione del culto mariano cattolico. In particolare, l’esperienza mistica che entrambi i religiosi vissero nei confronti della Vergine con il Bambino, e che divenne il soggetto principale della loro rappresentazione, trova una matrice comune nell’antica icona bizantina della Panaghia Nikopoia.
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