L’opera «Der Prinz von Homburg» di Hans Werner Henze, in tre atti su libretto di Ingeborg Bachmann dall’omonimo dramma di Heinrich von Kleist, fu rappresentata ad Amburgo il 22 maggio 1960. Il tema del dramma, che si colloca nella tradizione della «Literaturoper», è il dissidio interiore del protagonista fra il libero arbitrio e l’obbedienza alla legge marziale. Il principe, un generale di cavalleria nipote dell’Elettore di Brandeburgo, disattende gli ordini dello zio, in una battaglia decisiva per le sorti del margraviato, e viene perciò condannato a morte. Prima dell’inaspettata grazia finale, l’uomo accetta la sentenza, in quanto giustamente decretatagli, ma vive un perenne contrasto fra la sua natura di sognatore, incline a seguire l’impeto passionale e istintivo, e l’inibizione dei propri istinti al fine di mostrarsi come gli altri vorrebbero. Il contrasto fra l’essere e il dovere essere rende il protagonista bizzarro agli occhi della collettività, fuorché dell’amata Natalie, e costituisce l’aspetto di maggiore fascino dell’opera. Dopo un breve sguardo sul lavoro di riduzione del testo di Kleist da parte della Bachmann, mirante a sfumare lo statuto eroico-militare del protagonista e ad accentuare il suo conflitto interiore, l'articolo prende in esame i quattro assoli del personaggio, durante i quali si avvicendano in lui gli stati d’animo che segnano i punti nodali del conflitto fra la paura della morte e la responsabilità delle proprie azioni.

Il conflitto in prospettiva «queer». «Der Prinz von Homburg» di Hans Werner Henze

Marsico, Federica
2017-01-01

Abstract

L’opera «Der Prinz von Homburg» di Hans Werner Henze, in tre atti su libretto di Ingeborg Bachmann dall’omonimo dramma di Heinrich von Kleist, fu rappresentata ad Amburgo il 22 maggio 1960. Il tema del dramma, che si colloca nella tradizione della «Literaturoper», è il dissidio interiore del protagonista fra il libero arbitrio e l’obbedienza alla legge marziale. Il principe, un generale di cavalleria nipote dell’Elettore di Brandeburgo, disattende gli ordini dello zio, in una battaglia decisiva per le sorti del margraviato, e viene perciò condannato a morte. Prima dell’inaspettata grazia finale, l’uomo accetta la sentenza, in quanto giustamente decretatagli, ma vive un perenne contrasto fra la sua natura di sognatore, incline a seguire l’impeto passionale e istintivo, e l’inibizione dei propri istinti al fine di mostrarsi come gli altri vorrebbero. Il contrasto fra l’essere e il dovere essere rende il protagonista bizzarro agli occhi della collettività, fuorché dell’amata Natalie, e costituisce l’aspetto di maggiore fascino dell’opera. Dopo un breve sguardo sul lavoro di riduzione del testo di Kleist da parte della Bachmann, mirante a sfumare lo statuto eroico-militare del protagonista e ad accentuare il suo conflitto interiore, l'articolo prende in esame i quattro assoli del personaggio, durante i quali si avvicendano in lui gli stati d’animo che segnano i punti nodali del conflitto fra la paura della morte e la responsabilità delle proprie azioni.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11575/125963
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