Nelle fasi storiche segnate da condizioni critiche o da slanci rigenerativi, gli spazi e le attività teatrali sono stati al centro di dibattiti e di querelles. In vari snodi epocali, partendo dalla constatazione dell’esistenza e della centralità urbana dei teatri e del loro potere attrattivo, gli intellettuali hanno meditato su come indirizzare verso il bene della società il patrimonio materiale, immaterialmente animato, insito nei luoghi teatrali. Pur nelle differenze di contesti, trasversalmente spicca lo sforzo analitico teso a comprendere il potere comunicativo ed educativo del teatro e dei suoi linguaggi, al fine di veicolare verso determinate fasce della popolazione i messaggi, ritenuti positivi o produttivi in quella fase storica. L’ideazione del progetto ForTe: Formazione in teatro. Gli spazi della musica e dello spettacolo per una didattica innovativa in sicurezza (d’ora innanzi ForTe) ha preso spunto anche da questi assunti. In un momento di crisi sanitaria globale e di drammatica difficoltà per la praticabilità scolastica, i soggetti di governo italiani hanno preso in considerazione i teatri, quali contenitori ampi e strutturalmente sicuri, anche sotto il profilo sanitario e del distanziamento . Per chi i teatri li studia e li vive è evidente, tuttavia, come tali spazi non siano una semplice aula, solo un po’ più grande. Considerare il teatro unicamente come contenitore di studenti da istruire secondo modalità formative consuete significherebbe infatti non capitalizzare l’alto potere evocativo di luoghi non neutri, bensì connotati e predisposti alla comunicazione, alla performance, all’interazione fra maestranze e all’azione di diversi soggetti. Fare lezioni ‘in teatro’, ignorando il valore aggiunto generato dalla sua aura emozionale, rappresenterebbe dunque un’occasione mancata per offrire ai discenti attività formative forti, peculiarmente disegnate da docenti che non temano l’innovazione e la complessità . In questa prospettiva, nelle prossime pagine, alcuni passi emblematici, tratti da fonti storiche, verranno posti in dialogo con un primo bilancio prospettico dei prototipi formativi, sperimentati nel corso della realizzazione del progetto ForTe.
‘ Giacché sono i teatri le pubbliche scuole’: dal passato idee per nuovi prototipi formativi
P. Besutti
2022-01-01
Abstract
Nelle fasi storiche segnate da condizioni critiche o da slanci rigenerativi, gli spazi e le attività teatrali sono stati al centro di dibattiti e di querelles. In vari snodi epocali, partendo dalla constatazione dell’esistenza e della centralità urbana dei teatri e del loro potere attrattivo, gli intellettuali hanno meditato su come indirizzare verso il bene della società il patrimonio materiale, immaterialmente animato, insito nei luoghi teatrali. Pur nelle differenze di contesti, trasversalmente spicca lo sforzo analitico teso a comprendere il potere comunicativo ed educativo del teatro e dei suoi linguaggi, al fine di veicolare verso determinate fasce della popolazione i messaggi, ritenuti positivi o produttivi in quella fase storica. L’ideazione del progetto ForTe: Formazione in teatro. Gli spazi della musica e dello spettacolo per una didattica innovativa in sicurezza (d’ora innanzi ForTe) ha preso spunto anche da questi assunti. In un momento di crisi sanitaria globale e di drammatica difficoltà per la praticabilità scolastica, i soggetti di governo italiani hanno preso in considerazione i teatri, quali contenitori ampi e strutturalmente sicuri, anche sotto il profilo sanitario e del distanziamento . Per chi i teatri li studia e li vive è evidente, tuttavia, come tali spazi non siano una semplice aula, solo un po’ più grande. Considerare il teatro unicamente come contenitore di studenti da istruire secondo modalità formative consuete significherebbe infatti non capitalizzare l’alto potere evocativo di luoghi non neutri, bensì connotati e predisposti alla comunicazione, alla performance, all’interazione fra maestranze e all’azione di diversi soggetti. Fare lezioni ‘in teatro’, ignorando il valore aggiunto generato dalla sua aura emozionale, rappresenterebbe dunque un’occasione mancata per offrire ai discenti attività formative forti, peculiarmente disegnate da docenti che non temano l’innovazione e la complessità . In questa prospettiva, nelle prossime pagine, alcuni passi emblematici, tratti da fonti storiche, verranno posti in dialogo con un primo bilancio prospettico dei prototipi formativi, sperimentati nel corso della realizzazione del progetto ForTe.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.