Sulla base di una selezionata serie di tradizioni musicali viventi o fissate dalla memoria recente in terra d’Abruzzo, verranno presentate alcune tracce di ricerca particolarmente promettenti in prospettiva musicologica ed etnomusicologica interrelata. In tal senso non tutti i patrimoni tradizionali osservabili o fissati dalle campagne di documentazione sonora appaiono ugualmente fruttuosi. Se infatti il repertorio dei canti di lavoro, di indiscutibile rilevanza per l’area abruzzese, appare di peculiare interesse antropologico ed etnomusicologico, l’ambito devozionale è particolarmente ricco di evidenze, attuali o temporalmente prossime, a proposito delle quali si è persa la consapevolezza dei possibili legami con un passato codificato. In qualche caso più raro e fortunato, vi sono anche tradizioni musicali ‘viventi’, che indagate da diversa prospettiva possono offrire ulteriori chiavi di lettura per comprendere meglio i motivi della loro vitalità e forza aggregante; azione questa segnatamente utile in un momento in cui l’immaginario collettivo è indebolito e provato dalla sfiducia economica, dalle crisi sismiche e dalle emergenze sanitarie. Tra i tanti possibili racconti, che potrebbero portarci alla Scala santa di Campli (1772-1776), al miracolo eucaristico (700 ca.) di Lanciano, al volto santo di Manoppello, alla madonna nera di Orsogna, alla madonna dell’Alno di Canzano, a Gessopalena (CH) per la rappresentazione della Passione, o a inseguire le tracce di S. Berardo vescovo dei Marsi, verranno qui privilegiati quelli di santi eroi salvifici e il ciclo pasquale, le cui storie spesso sono legate fra loro anche da un’idea di micro o macro pellegrinaggio, taumaturgico o di formazione.

Tradizioni musicali viventi e passato codificato: microstorie di santi e ‘Miserere’ in area abruzzese

P. Besutti
2021-01-01

Abstract

Sulla base di una selezionata serie di tradizioni musicali viventi o fissate dalla memoria recente in terra d’Abruzzo, verranno presentate alcune tracce di ricerca particolarmente promettenti in prospettiva musicologica ed etnomusicologica interrelata. In tal senso non tutti i patrimoni tradizionali osservabili o fissati dalle campagne di documentazione sonora appaiono ugualmente fruttuosi. Se infatti il repertorio dei canti di lavoro, di indiscutibile rilevanza per l’area abruzzese, appare di peculiare interesse antropologico ed etnomusicologico, l’ambito devozionale è particolarmente ricco di evidenze, attuali o temporalmente prossime, a proposito delle quali si è persa la consapevolezza dei possibili legami con un passato codificato. In qualche caso più raro e fortunato, vi sono anche tradizioni musicali ‘viventi’, che indagate da diversa prospettiva possono offrire ulteriori chiavi di lettura per comprendere meglio i motivi della loro vitalità e forza aggregante; azione questa segnatamente utile in un momento in cui l’immaginario collettivo è indebolito e provato dalla sfiducia economica, dalle crisi sismiche e dalle emergenze sanitarie. Tra i tanti possibili racconti, che potrebbero portarci alla Scala santa di Campli (1772-1776), al miracolo eucaristico (700 ca.) di Lanciano, al volto santo di Manoppello, alla madonna nera di Orsogna, alla madonna dell’Alno di Canzano, a Gessopalena (CH) per la rappresentazione della Passione, o a inseguire le tracce di S. Berardo vescovo dei Marsi, verranno qui privilegiati quelli di santi eroi salvifici e il ciclo pasquale, le cui storie spesso sono legate fra loro anche da un’idea di micro o macro pellegrinaggio, taumaturgico o di formazione.
2021
978-88-97393-65-8
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11575/122338
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact