Dynamis is a theatre group whose projects, the result of collective work and frequently extra-theatrical collaborations, «are focused on the study of the relationship with the audience, in exploration of a performative dynamic language» that prefers the “situational potential” of the performative act and prepares the scene as “a place of dialogue and conflict”. M2 - to be read neither more nor less than the geometric symbol it is: square meter - is a front view performance in which seven paying, voluntary spectators move from their seats to the stage, where they receive instructions from an unseen voice-over and from a performer who guides the onstage experiment. Indeed, it is an experiment in which both the participating spectators and the observing audience have the opportunity (as the presentation states) to explore «through the scenic device, the border between human and inhuman that space takes on with respect to a context». What can be done within a square meter? What can not be done? What can not we not do, many of us in such a small space? Manipulating the actions and reactions of the participants on the edge of an irony that can be quickly converted into a range of feelings of a very different tone, the performance is a small but powerful example of postmodern stage writing, in which some of the peculiar features of postmodern poetics (indeterminacy, fragmentation, de-subjectification, carnivalization, etc.) play in favor of a critical and political value of the contemporary theatrical experience.

Dynamis è un gruppo i cui progetti, frutto di lavoro collettivo e di collaborazioni frequentemente extra-teatrali, «sono incentrati sullo studio della relazione con il pubblico, in esplorazione di un linguaggio performativo dynamico» che predilige il “potenziale situazionale” dell’atto performativo e predispone la scena “a luogo di dialogo e conflitto”. M2 – da leggersi né più né meno che come il simbolo geometrico che è: metro quadro – è una performance teatrale frontale in cui sette spettatori paganti e volontari si spostano dalla platea alla scena, e ricevono alcune istruzioni da una regia in voce off e da un performer che guida l’esperimento. Di un esperimento infatti si tratta, in cui gli spettatori partecipanti e il pubblico osservante ha l’opportunità (come recita la scheda di presentazione) di esplorare «attraverso il dispositivo scenico il confine tra umano e disumano che lo spazio assume rispetto ad un contesto»: cosa si può fare all’interno di un metro quadro? Cosa non si può fare? Cosa non si può non fare, in tanti in uno spazio così ridotto? Manipolando le azioni e le reazioni dei partecipanti sul filo di un’ironia che facilmente e rapidamente può convertirsi in una gamma di sentimenti di ben altra tonalità, la performance è un piccolo ma potente esempio di scrittura scenica postmoderna, in cui alcuni dei tratti caratteristici della poetica postmoderna (indeterminatezza, frammentazione, de-soggettivazione, carnevalizzazione, ecc.) giocano a favore di una radicale valenza critica e politica dell’esperienza teatrale contemporanea.

M2 di Dynamis Teatro. Un intervento pratico-critico sulla percezione dello spazio umano

deriu fabrizio
2021-01-01

Abstract

Dynamis is a theatre group whose projects, the result of collective work and frequently extra-theatrical collaborations, «are focused on the study of the relationship with the audience, in exploration of a performative dynamic language» that prefers the “situational potential” of the performative act and prepares the scene as “a place of dialogue and conflict”. M2 - to be read neither more nor less than the geometric symbol it is: square meter - is a front view performance in which seven paying, voluntary spectators move from their seats to the stage, where they receive instructions from an unseen voice-over and from a performer who guides the onstage experiment. Indeed, it is an experiment in which both the participating spectators and the observing audience have the opportunity (as the presentation states) to explore «through the scenic device, the border between human and inhuman that space takes on with respect to a context». What can be done within a square meter? What can not be done? What can not we not do, many of us in such a small space? Manipulating the actions and reactions of the participants on the edge of an irony that can be quickly converted into a range of feelings of a very different tone, the performance is a small but powerful example of postmodern stage writing, in which some of the peculiar features of postmodern poetics (indeterminacy, fragmentation, de-subjectification, carnivalization, etc.) play in favor of a critical and political value of the contemporary theatrical experience.
2021
9788854970717
Dynamis è un gruppo i cui progetti, frutto di lavoro collettivo e di collaborazioni frequentemente extra-teatrali, «sono incentrati sullo studio della relazione con il pubblico, in esplorazione di un linguaggio performativo dynamico» che predilige il “potenziale situazionale” dell’atto performativo e predispone la scena “a luogo di dialogo e conflitto”. M2 – da leggersi né più né meno che come il simbolo geometrico che è: metro quadro – è una performance teatrale frontale in cui sette spettatori paganti e volontari si spostano dalla platea alla scena, e ricevono alcune istruzioni da una regia in voce off e da un performer che guida l’esperimento. Di un esperimento infatti si tratta, in cui gli spettatori partecipanti e il pubblico osservante ha l’opportunità (come recita la scheda di presentazione) di esplorare «attraverso il dispositivo scenico il confine tra umano e disumano che lo spazio assume rispetto ad un contesto»: cosa si può fare all’interno di un metro quadro? Cosa non si può fare? Cosa non si può non fare, in tanti in uno spazio così ridotto? Manipolando le azioni e le reazioni dei partecipanti sul filo di un’ironia che facilmente e rapidamente può convertirsi in una gamma di sentimenti di ben altra tonalità, la performance è un piccolo ma potente esempio di scrittura scenica postmoderna, in cui alcuni dei tratti caratteristici della poetica postmoderna (indeterminatezza, frammentazione, de-soggettivazione, carnevalizzazione, ecc.) giocano a favore di una radicale valenza critica e politica dell’esperienza teatrale contemporanea.
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