Il rapporto con il movimento Arts and Crafts: estensione e qualche limite

Giacomo Boni was in contact with the British Arts and Crafts movement from the time of his early education in Venice. This relationship led him, among other things, to know and esteem as a master the movement's principal theorist, John Ruskin, as well as to collaborate with key figures, first and foremost William Morris. Bearing in mind the work already done by other scholars on the Venetian period, the essay foregrounds the same relationship, but this time shifting the focus to Boni's Roman phase, which began in April 1888. The Arts and Crafts movement was in fact also known on the banks of the Tiber: more importantly, unlike in Venice, Boni had other concrete elements at his disposal here, namely architecture, large mosaic cycles and works of art on which to evaluate the results of the Arts and Crafts movement. It is no coincidence that, as soon as he saw the church of San Paolo entro le Mura, a work that was entirely the result of the Arts and Crafts philosophy and taste, Boni felt the need to go straight to the sources, organising a trip to London and throughout England, where he would meet the main exponents of the artistic movement in person. Starting from these facts, the article reconsiders Boni's debts to Ruskin, Morris and other British exponents, but also highlights some limitations due to his lack of concrete works to observe, at least until 1888, as well as the distance of Venice and Rome from the industrial contexts and mentality that had been characteristic of the British reality for over a century.

Giacomo Boni fu in rapporto con il movimento britannico Arts and Crafts fin dai tempi della sua formazione giovanile a Venezia. Questo rapporto lo condusse fra l'altro a conoscere a stimare come un maestro il principale teorico del movimento, John Ruskin, nonché a collaborare con componenti chiave, primo fra tutti William Morris. Tenendo presente il lavoro già fatto da altri studiosi in merito al periodo veneziano, il saggio pone in primo piano lo stesso rapporto, ma stavolta spostando l'obiettivo sulla fase romana di Boni, che ebbe inizio nell'aprile del 1888. L'Arts and Crafts era difatti noto anche sulle rive del Tevere: quel che più conta, diversamente da Venezia Boni aveva qui a disposizione anche altri elementi concreti, ovvero architetture, grandi cicli musivi e opere d'arte sulle quali valutare i risultati dell'Arts and Crafts. Non certo a caso, non appena osservata la chiesa di San Paolo entro le Mura, un'opera frutto integralmente della filosofia e del gusto dell'Arts and Crafts, Boni avrebbe nutrito il bisogno di andare dritto alle fonti, organizzando un viaggio a Londra e in tutta l'Inghilterra, dove avrebbe conosciuto di persona i principali esponenti del movimento artistico. Partendo da questi dati di fatto, l'articolo riconsidera i debiti di Boni nei confronti di Ruskin, di Morris e di altri esponenti britannici, ma pone anche in evidenza alcuni limiti, dovuti alla sua mancanza di opere concrete da osservare, almeno fino al 1888, come pure della distanza di Venezia e di Roma dai contesti e dalla mentalità industriali, invece caratteristici da oltre un secolo della realtà britannica.