L’intento del libro è quello di cogliere l’emersione, nell’ambito della cultura giuridica italiana tra Otto e Novecento, della nozione di “collettivo”. Tale dimensione, infatti, sembrava del tutto incompatibile con una concezione del diritto, all’epoca, capace di dare valore al fenomeno giuridico, sul piano delle relazioni private solo nella sua consistenza individuale, e sul piano delle relazioni pubbliche solo nel rapporto che legava il cittadino allo Stato. Il lavoro si divide in due parti, strettamente connesse tra di loro. Nella prima viene individuato nel nascente diritto del lavoro il terreno privilegiato di edificazione della nozione di collettivo. In particolare attraverso la costruzione dogmatica del contratto collettivo di lavoro il quale, emerso dalla prassi, sembrava scardinare una concezione individualistica del diritto, dando finalmente cittadinanza anche a fenomeni ed interessi sovraindividuali. Nella seconda parte del libro, invece, viene ricostruito il dibattito che si sviluppa nei primi anni del Novecento sul cosiddetto Stato sindacale. Il dibattito si inserisce in un più ampio discorso sviluppatosi attorno alla crisi della rappresentanza politica (quella di origine liberale) ed alle nuove forme di rappresentanza degli interessi. Ad esso partecipano i giuspubblicisti più noti in Italia in quegli anni: Santi Romano, Vittorio Emanuele Orlando, Oreste Ranelletti, Alfredo Rocco, solo per citarne alcuni.[...]

L'essere collettivo. L'emersione della nozione di collettivo nella scienza giuridica italiana tra contratto di lavoro e stato sindacale

MARCHETTI, Paolo
2006-01-01

Abstract

L’intento del libro è quello di cogliere l’emersione, nell’ambito della cultura giuridica italiana tra Otto e Novecento, della nozione di “collettivo”. Tale dimensione, infatti, sembrava del tutto incompatibile con una concezione del diritto, all’epoca, capace di dare valore al fenomeno giuridico, sul piano delle relazioni private solo nella sua consistenza individuale, e sul piano delle relazioni pubbliche solo nel rapporto che legava il cittadino allo Stato. Il lavoro si divide in due parti, strettamente connesse tra di loro. Nella prima viene individuato nel nascente diritto del lavoro il terreno privilegiato di edificazione della nozione di collettivo. In particolare attraverso la costruzione dogmatica del contratto collettivo di lavoro il quale, emerso dalla prassi, sembrava scardinare una concezione individualistica del diritto, dando finalmente cittadinanza anche a fenomeni ed interessi sovraindividuali. Nella seconda parte del libro, invece, viene ricostruito il dibattito che si sviluppa nei primi anni del Novecento sul cosiddetto Stato sindacale. Il dibattito si inserisce in un più ampio discorso sviluppatosi attorno alla crisi della rappresentanza politica (quella di origine liberale) ed alle nuove forme di rappresentanza degli interessi. Ad esso partecipano i giuspubblicisti più noti in Italia in quegli anni: Santi Romano, Vittorio Emanuele Orlando, Oreste Ranelletti, Alfredo Rocco, solo per citarne alcuni.[...]
2006
8814132038
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