Nella loro evidente diversità, i testi che compongono “Immaginare l’Adria- tico” riflettono un desiderio comune agli autori e ai curatori del libro: analiz- zare da una prospettiva multidisciplinare un territorio estremamente diversifi- cato dal punto di vista naturale, culturale e sociale, che tuttavia viene sempre più spesso evocato, in maniera retorica, come spazio di cooperazione e unifi- cazione. Senza peraltro che siano disponibili rappresentazioni sufficientemen- te condivise dai principali attori politici e sociali della regione. Di fronte all’uso, e all’abuso, di concetti “unificanti” quali struttura, siste- ma o rete sociale, il presente volume sceglie una strada diversa, che non vuole peraltro negare la validità degli altri approcci accademici o politici alla regio- ne adriatico-ionica. Ci si propone infatti di affrontare la questione annosa del- l’unità e delle differenze della suddetta regione a partire dai processi di imma- ginazione dei territori, a cui si fa spesso riferimento in termini quali “memoria territorializzata” (Smith, 1996) o “paesaggi mentali” (Häkli, 1994). In questo senso, un debito va da subito riconosciuto a Maria Todorova e al suo libro “Immaginare i Balcani” (Todorova, 1997), di cui però il nostro volume non vuol essere semplicemente una copia dal sapore marittimo quanto piuttosto un lavoro che ne condivide almeno in parte lo spirito. Dopodichè, un’altra fonte di ispirazione importante è stata la nota indagine sull’origine e la diffusione del nazionalismo di Benedict Anderson, che ha messo in evidenza come le collettività nazionali si comportino al pari di “comunità immaginate” (Ander- son, 2005), ossia gruppi eterogenei e di grandi dimensioni i quali arrivano a condividere emozioni, sentimenti e la percezione di una conoscenza reciproca malgrado l’inesistenza di relazioni fisiche dirette.
Immaginare l'Adriatico. Contributi alla riscoperta sociale di uno spazio di frontiera
COCCO, EMILIO;
2007-01-01
Abstract
Nella loro evidente diversità, i testi che compongono “Immaginare l’Adria- tico” riflettono un desiderio comune agli autori e ai curatori del libro: analiz- zare da una prospettiva multidisciplinare un territorio estremamente diversifi- cato dal punto di vista naturale, culturale e sociale, che tuttavia viene sempre più spesso evocato, in maniera retorica, come spazio di cooperazione e unifi- cazione. Senza peraltro che siano disponibili rappresentazioni sufficientemen- te condivise dai principali attori politici e sociali della regione. Di fronte all’uso, e all’abuso, di concetti “unificanti” quali struttura, siste- ma o rete sociale, il presente volume sceglie una strada diversa, che non vuole peraltro negare la validità degli altri approcci accademici o politici alla regio- ne adriatico-ionica. Ci si propone infatti di affrontare la questione annosa del- l’unità e delle differenze della suddetta regione a partire dai processi di imma- ginazione dei territori, a cui si fa spesso riferimento in termini quali “memoria territorializzata” (Smith, 1996) o “paesaggi mentali” (Häkli, 1994). In questo senso, un debito va da subito riconosciuto a Maria Todorova e al suo libro “Immaginare i Balcani” (Todorova, 1997), di cui però il nostro volume non vuol essere semplicemente una copia dal sapore marittimo quanto piuttosto un lavoro che ne condivide almeno in parte lo spirito. Dopodichè, un’altra fonte di ispirazione importante è stata la nota indagine sull’origine e la diffusione del nazionalismo di Benedict Anderson, che ha messo in evidenza come le collettività nazionali si comportino al pari di “comunità immaginate” (Ander- son, 2005), ossia gruppi eterogenei e di grandi dimensioni i quali arrivano a condividere emozioni, sentimenti e la percezione di una conoscenza reciproca malgrado l’inesistenza di relazioni fisiche dirette.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.