Il movimento anarchico italiano attraversa la storia della Repubblica e si intreccia con essa. Attraverso le sue sigle, il suo contrastato impegno in campo sindacale, la sua presenza territoriale percorre i decenni repubblicani e le trasformazioni politiche, sociali ed economiche che ne caratterizzano la storia. Queste pagine sono dedicate innanzitutto alla ricerca e alla verifica delle continuità libertarie in un periodo lungo, che valica lo snodo di Piazza Fontana per addentrarsi negli anni Settanta e Ottanta, cercando di inquadrare e definire le tante storie degli anarchici italiani e tentare di porli in luce come parte integrante e sostanzialmente presente sulla scena pubblica. Le tante vicende che ne contraddistinguono la storia dal 1945 alla fine della Guerra Fredda, lungi dall’essere solo il racconto di una minoranza, sono fortemente collegate con gli scenari nazionali e internazionali, permettendo di disegnarne la cornice e il percorso. Per far questo è necessario escludere una storia del movimento anarchico e delle sue molteplici componenti scritta esclusivamente sugli stessi. Ne risulterebbe limitata la prospettiva, rendendo invisibili non solo i militanti ma soprattutto i collegamenti con i temi e i passaggi della vicenda italiana dal 1945 in poi. Il volume ha invece l’obiettivo opposto: superare questo approccio a favore di un percorso non circoscritto alle crisi interne e agli errori compiuti, ma rivolto a individuare gli apporti che un movimento di così lunga durata, ricco e sfaccettato, ha contribuito a far emergere. Se infatti possiamo prendere in considerazione gli anni repubblicani come segnati dalla progressiva scomparsa del movimento come soggetto politico tradizionale, non possiamo eliminare la sua esistenza come soggetto sociale e per questo anche politico, in grado di sviluppare connessioni, sollecitare riflessioni, partecipare, essere – da una posizione di minoranza – uno dei soggetti del quadro.
Gli anarchici italiani nella seconda metà del novecento. Itinerari, continuità, snodi
IUSO PASQUALE
2021-01-01
Abstract
Il movimento anarchico italiano attraversa la storia della Repubblica e si intreccia con essa. Attraverso le sue sigle, il suo contrastato impegno in campo sindacale, la sua presenza territoriale percorre i decenni repubblicani e le trasformazioni politiche, sociali ed economiche che ne caratterizzano la storia. Queste pagine sono dedicate innanzitutto alla ricerca e alla verifica delle continuità libertarie in un periodo lungo, che valica lo snodo di Piazza Fontana per addentrarsi negli anni Settanta e Ottanta, cercando di inquadrare e definire le tante storie degli anarchici italiani e tentare di porli in luce come parte integrante e sostanzialmente presente sulla scena pubblica. Le tante vicende che ne contraddistinguono la storia dal 1945 alla fine della Guerra Fredda, lungi dall’essere solo il racconto di una minoranza, sono fortemente collegate con gli scenari nazionali e internazionali, permettendo di disegnarne la cornice e il percorso. Per far questo è necessario escludere una storia del movimento anarchico e delle sue molteplici componenti scritta esclusivamente sugli stessi. Ne risulterebbe limitata la prospettiva, rendendo invisibili non solo i militanti ma soprattutto i collegamenti con i temi e i passaggi della vicenda italiana dal 1945 in poi. Il volume ha invece l’obiettivo opposto: superare questo approccio a favore di un percorso non circoscritto alle crisi interne e agli errori compiuti, ma rivolto a individuare gli apporti che un movimento di così lunga durata, ricco e sfaccettato, ha contribuito a far emergere. Se infatti possiamo prendere in considerazione gli anni repubblicani come segnati dalla progressiva scomparsa del movimento come soggetto politico tradizionale, non possiamo eliminare la sua esistenza come soggetto sociale e per questo anche politico, in grado di sviluppare connessioni, sollecitare riflessioni, partecipare, essere – da una posizione di minoranza – uno dei soggetti del quadro.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.