Ogni rappresentazione contemporanea della regione adriatica non dovrebbe dare per scontato il rapporto tra terra e mare; al contrario, dovrebbe reinterpretare in modo critico questo rapporto per evincere quei tratti che rendono questa regione unica e allo stesso tempo analoga, se non paradigmatica, ad altri spazi marittimi. Di fronte all’uso, e all’abuso, di concetti “unificanti” quali struttura, sistema o rete sociale, si potrebbe affrontare la questione annosa dell’unità e delle differenze della suddetta regione a partire dai processi di immaginazione dei territori, a cui si fa spesso riferimento in termini quali “memoria territorializzata” (Smith, 1996) o “paesaggi mentali” (Häkli, 1994). In questa prospettiva, la regione adriatica, al pari di altre regioni marittime europee (Baltico, Mar Nero, Mar Caspio, ecc..) si trova al crocevia di processi a volte contraddittori di cooperazione e conflitto. In questa prospettiva, l’analisi dei flussi migratori consente di far luce su dinamiche in essere che spesso sfuggono alle rappresentazioni stereotipate prodotte ad uso e consumo politico, ad esempio per fini autocelebratori o strumentali. Al contrario, i flussi migratori svelano fattori di attrazione e repulsione capaci di scardinare le geografie convenzionali. Nel caso specifico della regione adriatica questi flussi mostrano come sia in atto un processo di continentalizzazione che spinge le persone fuori dal bacino verso gli spazi transalpine e danubiani. Una breve analisi delle dinamiche dei movimenti studentestiche tra l’Italia e i paesi dell’Adriatico orientale illustra adeguatamente quanto detto finora.

I flussi di mobilità e la costruzione sociale della regione adriatica. Il caso degli studenti

COCCO, EMILIO
2016-01-01

Abstract

Ogni rappresentazione contemporanea della regione adriatica non dovrebbe dare per scontato il rapporto tra terra e mare; al contrario, dovrebbe reinterpretare in modo critico questo rapporto per evincere quei tratti che rendono questa regione unica e allo stesso tempo analoga, se non paradigmatica, ad altri spazi marittimi. Di fronte all’uso, e all’abuso, di concetti “unificanti” quali struttura, sistema o rete sociale, si potrebbe affrontare la questione annosa dell’unità e delle differenze della suddetta regione a partire dai processi di immaginazione dei territori, a cui si fa spesso riferimento in termini quali “memoria territorializzata” (Smith, 1996) o “paesaggi mentali” (Häkli, 1994). In questa prospettiva, la regione adriatica, al pari di altre regioni marittime europee (Baltico, Mar Nero, Mar Caspio, ecc..) si trova al crocevia di processi a volte contraddittori di cooperazione e conflitto. In questa prospettiva, l’analisi dei flussi migratori consente di far luce su dinamiche in essere che spesso sfuggono alle rappresentazioni stereotipate prodotte ad uso e consumo politico, ad esempio per fini autocelebratori o strumentali. Al contrario, i flussi migratori svelano fattori di attrazione e repulsione capaci di scardinare le geografie convenzionali. Nel caso specifico della regione adriatica questi flussi mostrano come sia in atto un processo di continentalizzazione che spinge le persone fuori dal bacino verso gli spazi transalpine e danubiani. Una breve analisi delle dinamiche dei movimenti studentestiche tra l’Italia e i paesi dell’Adriatico orientale illustra adeguatamente quanto detto finora.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11575/105568
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