Il lavoro sviluppa un'analisi dell'emergente concetto della Responsabilità di Proteggere (RdiP) enunciato nel documento finale del Vertice mondiale convocato dalle Nazioni Unite nel 2005 in occasione del 60° anniversario dell'istituzione dell'Organizzazione. In particolare, il lavoro si sofferma sull'attuazione di tale concetto da parte delle organizzazioni regionali in relazione agli strumenti di intervento della Comunità internazionale, sia non implicanti sia implicanti l'uso della forza. Per lo svolgimento di tale analisi ci si è avvalsi soprattutto della prassi delle Nazioni Unite che, attraverso una mole significativa di documenti, atti, prese di posizione degli Stati, ha cercato di stabilire una strategia di attuazione della RdiP finalizzata ad evitarne un uso inappropriato da parte di Stati o gruppi di Stato. Nelle conclusioni si sottolinea il ruolo e l'attivismo delle organizzazioni regionali nell'attuazione della RdiP, ma si mette anche in evidenza i limiti della loro azione dovuti essenzialmente alla carenza di mezzi umani e finanziari che affligge strutturalmente le attività di tali enti, specialmente quelli che operano nel continente africano. Del resto, è nel complesso dell'azione della Comunità internazionale per l'attuazione della RdiP che è facile riscontrare che si è ben al di sotto degli impegni assunti nel Vertice del 2005 e che l'adozione di misure urgenti in tale campo è una necessità non più rinviabile se si vuole impedire l'ulteriore erosione della credibilità delle istituzioni internazionali.

La responsabiità di proteggere e le organizzazioni regionali e sub-regionali; recenti sviluppi

Gargiulo, P.
2019-01-01

Abstract

Il lavoro sviluppa un'analisi dell'emergente concetto della Responsabilità di Proteggere (RdiP) enunciato nel documento finale del Vertice mondiale convocato dalle Nazioni Unite nel 2005 in occasione del 60° anniversario dell'istituzione dell'Organizzazione. In particolare, il lavoro si sofferma sull'attuazione di tale concetto da parte delle organizzazioni regionali in relazione agli strumenti di intervento della Comunità internazionale, sia non implicanti sia implicanti l'uso della forza. Per lo svolgimento di tale analisi ci si è avvalsi soprattutto della prassi delle Nazioni Unite che, attraverso una mole significativa di documenti, atti, prese di posizione degli Stati, ha cercato di stabilire una strategia di attuazione della RdiP finalizzata ad evitarne un uso inappropriato da parte di Stati o gruppi di Stato. Nelle conclusioni si sottolinea il ruolo e l'attivismo delle organizzazioni regionali nell'attuazione della RdiP, ma si mette anche in evidenza i limiti della loro azione dovuti essenzialmente alla carenza di mezzi umani e finanziari che affligge strutturalmente le attività di tali enti, specialmente quelli che operano nel continente africano. Del resto, è nel complesso dell'azione della Comunità internazionale per l'attuazione della RdiP che è facile riscontrare che si è ben al di sotto degli impegni assunti nel Vertice del 2005 e che l'adozione di misure urgenti in tale campo è una necessità non più rinviabile se si vuole impedire l'ulteriore erosione della credibilità delle istituzioni internazionali.
2019
978-88-15-28572-0
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