La riscoperta politica della costa e degli spazi marittimi costringe infatti la classe politica, gli intellettuali ed anche gli imprenditori turistici a fare i conti con narrazioni storiche piu`complesse delle versioni dogmatiche e semplificate propagandate a vario titolo nel XX secolo. La ricerca di un legame originario ed autentico tra i „nuovi“ stati nazione e il mondo marittimo rimette in gioco percezioni stereotipate e rappresentazioni scontate della propria comunità nazionale e di quelle vicine. In particolar modo, la riscoperta di migrazioni vecchie e nuove, di spostamenti (e spaesamenti) trans-frontalieri e di proiezioni trans-nazionali che hanno storicamente caratterizzato lo spazio adriatico scardina la percezione di autoctonia quale legame originario tra persona e territorio. La popolare contrapposizione tra popolazioni autoctone, „perennemente“ insediate vis-à-vis popolazioni „alloctone, immigrate od importate“, risulta difficilmente applicabile nei territori dell'Adriatico orientale. Paradossalmente, i tentativi di riscoprire o re-inventare un'autoctonia adriatica in linea con gli immaginari nazionali vengono costantemente sconfessati dalle peculiarità territoriali delle aree costiere e finiscono per portare alla ribalta una dimensione ibrida e cosmopolita delle culture locali poco in sintonia con le eisgenze di compattezza ento-nazionale. Il turismo quindi, oltre ad essere un volano per lo sviluppo socio-economico dei paesi adriatici, diventa allo stesso tempo un campo di battaglia per visoni nazionali antagoniste e un occasione per depotenziare le rappresentazioni di omogeneità ento-culturale che tuttora dominano la sfera politica dei paesi in questione.

Città, isole, arcipelaghi. Il turismo e la reinvenzione di uno spazio comune adriatico

COCCO, EMILIO
2008-01-01

Abstract

La riscoperta politica della costa e degli spazi marittimi costringe infatti la classe politica, gli intellettuali ed anche gli imprenditori turistici a fare i conti con narrazioni storiche piu`complesse delle versioni dogmatiche e semplificate propagandate a vario titolo nel XX secolo. La ricerca di un legame originario ed autentico tra i „nuovi“ stati nazione e il mondo marittimo rimette in gioco percezioni stereotipate e rappresentazioni scontate della propria comunità nazionale e di quelle vicine. In particolar modo, la riscoperta di migrazioni vecchie e nuove, di spostamenti (e spaesamenti) trans-frontalieri e di proiezioni trans-nazionali che hanno storicamente caratterizzato lo spazio adriatico scardina la percezione di autoctonia quale legame originario tra persona e territorio. La popolare contrapposizione tra popolazioni autoctone, „perennemente“ insediate vis-à-vis popolazioni „alloctone, immigrate od importate“, risulta difficilmente applicabile nei territori dell'Adriatico orientale. Paradossalmente, i tentativi di riscoprire o re-inventare un'autoctonia adriatica in linea con gli immaginari nazionali vengono costantemente sconfessati dalle peculiarità territoriali delle aree costiere e finiscono per portare alla ribalta una dimensione ibrida e cosmopolita delle culture locali poco in sintonia con le eisgenze di compattezza ento-nazionale. Il turismo quindi, oltre ad essere un volano per lo sviluppo socio-economico dei paesi adriatici, diventa allo stesso tempo un campo di battaglia per visoni nazionali antagoniste e un occasione per depotenziare le rappresentazioni di omogeneità ento-culturale che tuttora dominano la sfera politica dei paesi in questione.
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