Il lavoro affronta il nesso sussistente tra modello politico democratico e plebiscito. Con il termine plebiscito si vuole indicare il pronunciamento del popolo, ed anzi un pronunciamento che fondi l’autorità di un leader sul diretto mandato del popolo sovrano. Non casualmente, pertanto, da parte dei suoi estimatori, se ne è sempre evidenziata tale intrinseca vocazione democratica e conseguentemente lo si torna ad invocare, pur nella mutevolezza di tempi e contesti, in momenti difficili, di crisi, allorquando la politica ed i suoi soggetti istituzionali appaiono incapaci di rappresentare autenticamente il popolo. Il plebiscito, dunque, quale strumento chiamato a vivificare e rinsaldare un legame divenuto flebile, consentendo alla collettività di scegliere un leader autorevole che sappia dare espressione (rappresentare appunto) alle istanze popolari, traducendole in progetto politico. Il percorso proposto si muove a cavallo delle concezioni di Max Weber e Carl Schmitt, non solo per l'evidente comune interesse sul tema del plebiscito ai fini della fondazione della superiore autorità del leader politico, ma anche perché la riflessione schmittiana porterebbe in luce, anche contro l'intenzione dell'autore, quegli elementi di forte problematicità che si legano alla figura della leadership plebiscitaria in democrazia, elementi che in Weber — pur rimanendo nel quadro di una complessiva visione politica liberale ed un modello istituzionale di tipo democratico-parlamentare — trovano una composizione che già presenta elementi di ambiguità. In questa prospettiva si cerca di dimostrare che la risposta plebiscitaria a tutt'altro che esente da limiti significativi. Con essa, infatti, si pretenderebbe in ultima analisi di rispondere alle problematiche proprie della complessa articolazione della società e della politica contemporanee non attraverso l'adeguamento ad un pari livello di complessità dei processi di sintesi politica rappresentativa, ma operando un'apparente semplificazione degli stessi, che in realtà ne limitano il necessario potenziale, finendo per mortificare la capacità della forma politica democratica di rappresentare pienamente se stessa in quanto governo del popolo.

Il miraggio plebiscitario. Rappresentanza democratica e tentazioni leaderistiche: da Max Weber a Carl Schmitt

Marco Caserta
2017-01-01

Abstract

Il lavoro affronta il nesso sussistente tra modello politico democratico e plebiscito. Con il termine plebiscito si vuole indicare il pronunciamento del popolo, ed anzi un pronunciamento che fondi l’autorità di un leader sul diretto mandato del popolo sovrano. Non casualmente, pertanto, da parte dei suoi estimatori, se ne è sempre evidenziata tale intrinseca vocazione democratica e conseguentemente lo si torna ad invocare, pur nella mutevolezza di tempi e contesti, in momenti difficili, di crisi, allorquando la politica ed i suoi soggetti istituzionali appaiono incapaci di rappresentare autenticamente il popolo. Il plebiscito, dunque, quale strumento chiamato a vivificare e rinsaldare un legame divenuto flebile, consentendo alla collettività di scegliere un leader autorevole che sappia dare espressione (rappresentare appunto) alle istanze popolari, traducendole in progetto politico. Il percorso proposto si muove a cavallo delle concezioni di Max Weber e Carl Schmitt, non solo per l'evidente comune interesse sul tema del plebiscito ai fini della fondazione della superiore autorità del leader politico, ma anche perché la riflessione schmittiana porterebbe in luce, anche contro l'intenzione dell'autore, quegli elementi di forte problematicità che si legano alla figura della leadership plebiscitaria in democrazia, elementi che in Weber — pur rimanendo nel quadro di una complessiva visione politica liberale ed un modello istituzionale di tipo democratico-parlamentare — trovano una composizione che già presenta elementi di ambiguità. In questa prospettiva si cerca di dimostrare che la risposta plebiscitaria a tutt'altro che esente da limiti significativi. Con essa, infatti, si pretenderebbe in ultima analisi di rispondere alle problematiche proprie della complessa articolazione della società e della politica contemporanee non attraverso l'adeguamento ad un pari livello di complessità dei processi di sintesi politica rappresentativa, ma operando un'apparente semplificazione degli stessi, che in realtà ne limitano il necessario potenziale, finendo per mortificare la capacità della forma politica democratica di rappresentare pienamente se stessa in quanto governo del popolo.
2017
978-88-917-6077-7
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