I disturbi della differenziazione sessuale rappresentano un’autentica sfida per la riflessione biogiuridica per la complessità delle questioni poste in discussione. Si tratta di una complessità che deriva dalla numerosità delle patologie che possono essere inscritte in questa tipologia; di una complessità dettata dalla mera considerazione che lo sviluppo della persona in senso femminile o maschile è la risultante dell’interazione di una pluralità di fattori (fisici, quali il sesso genetico/cromosomico gonadico ormonale/duttale, fenotipico e genitale esterno; psichici e sociali, quali il sesso psichico (ossia la percezione o l’intima convinzione di appartenere ad un sesso)e le questioni legate all’identità di ruolo, esito di un complesso articolarsi di fattori ed aspettative legate appunto all’appartenenza ad un sesso piuttosto che ad un altro; ambientali, quali il sesso di allevamento/educazione - il c.d. nurture); di una complessità derivante dalle delicatissime questioni inerenti la formazione del consenso in ordine a trattamenti che determineranno un aspetto non certo secondario di una persona ancora in formazione. L’intervento si propone di indagare queste complessità focalizzando l’attenzione particolarmente su questo ultimo aspetto, nel quale si evidenziano ulteriormente le problematicità intrinseche al consenso informato nelle scelte terapeutiche riguardanti i minori, ove vige il c.d. “deferred consent”, in deroga al regime ordinario disciplinante il consenso informato relativamente alle scelte terapeutiche nei soggetti maggiorenni (deroga che si è cercato di mitigare adottando prassi di coinvolgimento dei minori interessati che, sebbene non abilitati a disporre di sé, sono chiamati ad esprimere la propria volontà, ritenuta sempre più dirimente via via che questi si approssimano alla maggiore età). Fermo restando che permane insoluto, comunque, il nodo di una titolarità della capacità potestativa riconosciuta ad altri rispetto al diretto interessato, emergono profili critici attinenti alla formazione del consenso, considerandone che con questo si assegna un sesso ad una persona ancora informazione (per quanto riguarda coloro che informano: qual è il peso della comunicazione dell’equipe medica?; quanto influiscono i fattori culturali e professionali nel prospettare le opzioni terapeutiche?; quale può essere il grado di oggettività dell’informazione?; per quanto concerne i destinatari dell’informazione: chi è il destinatario reale, i genitori o il bambino?; per i genitori, quale può essere l’incidenza dei fattori culturali sull’opzione per un sesso piuttosto che un altro?); così come emergono criticità in ordine alla partecipazione dei bambini alla formazione del consenso (considerata la maturità non piena del minore, quale può essere la vincolatività dell’opinione del bambino? Assoluta o relativa?). Una problematicità al momento insoluta, che apre ulteriori interrogativi, rimandando a domande di senso originarie sull’uomo e sulla sua dignità.

Ai confini della vita: questioni di indefinitezza

Di Giandomenico, Anna
2018-01-01

Abstract

I disturbi della differenziazione sessuale rappresentano un’autentica sfida per la riflessione biogiuridica per la complessità delle questioni poste in discussione. Si tratta di una complessità che deriva dalla numerosità delle patologie che possono essere inscritte in questa tipologia; di una complessità dettata dalla mera considerazione che lo sviluppo della persona in senso femminile o maschile è la risultante dell’interazione di una pluralità di fattori (fisici, quali il sesso genetico/cromosomico gonadico ormonale/duttale, fenotipico e genitale esterno; psichici e sociali, quali il sesso psichico (ossia la percezione o l’intima convinzione di appartenere ad un sesso)e le questioni legate all’identità di ruolo, esito di un complesso articolarsi di fattori ed aspettative legate appunto all’appartenenza ad un sesso piuttosto che ad un altro; ambientali, quali il sesso di allevamento/educazione - il c.d. nurture); di una complessità derivante dalle delicatissime questioni inerenti la formazione del consenso in ordine a trattamenti che determineranno un aspetto non certo secondario di una persona ancora in formazione. L’intervento si propone di indagare queste complessità focalizzando l’attenzione particolarmente su questo ultimo aspetto, nel quale si evidenziano ulteriormente le problematicità intrinseche al consenso informato nelle scelte terapeutiche riguardanti i minori, ove vige il c.d. “deferred consent”, in deroga al regime ordinario disciplinante il consenso informato relativamente alle scelte terapeutiche nei soggetti maggiorenni (deroga che si è cercato di mitigare adottando prassi di coinvolgimento dei minori interessati che, sebbene non abilitati a disporre di sé, sono chiamati ad esprimere la propria volontà, ritenuta sempre più dirimente via via che questi si approssimano alla maggiore età). Fermo restando che permane insoluto, comunque, il nodo di una titolarità della capacità potestativa riconosciuta ad altri rispetto al diretto interessato, emergono profili critici attinenti alla formazione del consenso, considerandone che con questo si assegna un sesso ad una persona ancora informazione (per quanto riguarda coloro che informano: qual è il peso della comunicazione dell’equipe medica?; quanto influiscono i fattori culturali e professionali nel prospettare le opzioni terapeutiche?; quale può essere il grado di oggettività dell’informazione?; per quanto concerne i destinatari dell’informazione: chi è il destinatario reale, i genitori o il bambino?; per i genitori, quale può essere l’incidenza dei fattori culturali sull’opzione per un sesso piuttosto che un altro?); così come emergono criticità in ordine alla partecipazione dei bambini alla formazione del consenso (considerata la maturità non piena del minore, quale può essere la vincolatività dell’opinione del bambino? Assoluta o relativa?). Una problematicità al momento insoluta, che apre ulteriori interrogativi, rimandando a domande di senso originarie sull’uomo e sulla sua dignità.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11575/101758
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