Il processo artistico e creativo deve confrontarsi, oggi così come in passato, con la quotidianità e con la vita materiale. Per un musicista, la stabilità economica o almeno la possibilità di prevedere sul medio e lungo periodo sufficienti mezzi di sostentamento sono condizioni necessarie per potersi esprimere efficacemente. La maggior parte delle lettere di Monteverdi giunte sino a noi, tratta di questioni professionali ed economiche. Come dipendente di una cappella principesca (prima) e di una cappella ecclesiastica di Stato (poi), la carriera di Monteverdi costituisce una prospettiva di confine che ben rappresenta quali condizioni sussistevano, per un musicista che visse tra tre centri (Cremona, Mantova, Venezia), così vicini geograficamente eppure così distanti nelle loro politiche e nel loro tessuto socio-economico. Nel 1627, nel descrivere la situazione economica di un cantante (basso) attivo a Venezia, in vista di un suo eventuale ingaggio presso la corte di Mantova, Claudio Monteverdi enuncia l’obiettivo principale per un musicista del tuo tempo : “godere tanto pane sicuro sino che fosse stato in vita”. La sua analisi accurata delinea una sorta di portafoglio, composto da stipendi fissi, benefici ecclesiastici, ingaggi occasionali, diverse tipologie contrattuali (es.: “morto il detto signore, more parimente il detto denaro”). Oltre a ciò era da considerare l’alloggio, il vitto, la gestione della casa e la formazione dei figli. Sulla base di studi precedenti (Bowers, Carter), ma anche di documentazione inedita, il contributo pone a confronto diversi contesti e carriere coeve, anche di non-musicisti, per gettare uno sguardo sulle opportunità e sulle difficoltà che Monteverdi ebbe durante la sua vita artistica. Verranno selezionati esempi in cui il nesso fra le condizioni di vita e il lavoro del musicista sia particolarmente evidente (spazi e tempi per la composizione e la rifinitura delle opere, scelta dei dedicatari, scelte di vita).

Creative processes take place against the background of everyday material life. For a musician, economic stability, or at least the ability to predict sufficient means of support on the medium and long term, are necessary conditions for artistic expression. Most of Monteverdi’s surviving letters concern professional and economic issues. As an employee, first of a princely court and then of a state ecclesiastical institution, Monteverdi’s career offers a useful perspective on career strategies for a musician moving between three cities (Cremona, Mantua, Venice) that were geographically close and yet far apart in terms of their political and socio-economic contexts. In 1627, describing the economic situation of a bass singer in Venice who was being considered for service in Mantua, Monteverdi articulated the main goal of any musician: “to enjoy the security of enough bread [pane sicuro] throughout his life.” This telling assessment translates into an economic portfolio that comprises fixed salaries, ecclesiastical benefices, occasional engagements, and different forms of patronage. On the debit side, one must reckon the costs of housing, food, other necessities, and child-rearing, not to mention other obvious regular or occasional expenditures. Based on previous studies (Bowers, Carter) but also on unpublished documents, my essay compares various careers of musicians and some artists in various socio-economic environments so as to explore the opportunities and the difficulties encountered by Monteverdi. I will discuss representative examples that connect most clearly with the nitty-gritty of the composer’s musical life, including the time allowed to compose a work, relations with performers, the choice of dedicatees, and broader career strategies.

Monteverdi’s ‘Daily Bread’: The Economic Life of a Professional Musician

BESUTTI, Paola
2017-01-01

Abstract

Creative processes take place against the background of everyday material life. For a musician, economic stability, or at least the ability to predict sufficient means of support on the medium and long term, are necessary conditions for artistic expression. Most of Monteverdi’s surviving letters concern professional and economic issues. As an employee, first of a princely court and then of a state ecclesiastical institution, Monteverdi’s career offers a useful perspective on career strategies for a musician moving between three cities (Cremona, Mantua, Venice) that were geographically close and yet far apart in terms of their political and socio-economic contexts. In 1627, describing the economic situation of a bass singer in Venice who was being considered for service in Mantua, Monteverdi articulated the main goal of any musician: “to enjoy the security of enough bread [pane sicuro] throughout his life.” This telling assessment translates into an economic portfolio that comprises fixed salaries, ecclesiastical benefices, occasional engagements, and different forms of patronage. On the debit side, one must reckon the costs of housing, food, other necessities, and child-rearing, not to mention other obvious regular or occasional expenditures. Based on previous studies (Bowers, Carter) but also on unpublished documents, my essay compares various careers of musicians and some artists in various socio-economic environments so as to explore the opportunities and the difficulties encountered by Monteverdi. I will discuss representative examples that connect most clearly with the nitty-gritty of the composer’s musical life, including the time allowed to compose a work, relations with performers, the choice of dedicatees, and broader career strategies.
2017
Il processo artistico e creativo deve confrontarsi, oggi così come in passato, con la quotidianità e con la vita materiale. Per un musicista, la stabilità economica o almeno la possibilità di prevedere sul medio e lungo periodo sufficienti mezzi di sostentamento sono condizioni necessarie per potersi esprimere efficacemente. La maggior parte delle lettere di Monteverdi giunte sino a noi, tratta di questioni professionali ed economiche. Come dipendente di una cappella principesca (prima) e di una cappella ecclesiastica di Stato (poi), la carriera di Monteverdi costituisce una prospettiva di confine che ben rappresenta quali condizioni sussistevano, per un musicista che visse tra tre centri (Cremona, Mantova, Venezia), così vicini geograficamente eppure così distanti nelle loro politiche e nel loro tessuto socio-economico. Nel 1627, nel descrivere la situazione economica di un cantante (basso) attivo a Venezia, in vista di un suo eventuale ingaggio presso la corte di Mantova, Claudio Monteverdi enuncia l’obiettivo principale per un musicista del tuo tempo : “godere tanto pane sicuro sino che fosse stato in vita”. La sua analisi accurata delinea una sorta di portafoglio, composto da stipendi fissi, benefici ecclesiastici, ingaggi occasionali, diverse tipologie contrattuali (es.: “morto il detto signore, more parimente il detto denaro”). Oltre a ciò era da considerare l’alloggio, il vitto, la gestione della casa e la formazione dei figli. Sulla base di studi precedenti (Bowers, Carter), ma anche di documentazione inedita, il contributo pone a confronto diversi contesti e carriere coeve, anche di non-musicisti, per gettare uno sguardo sulle opportunità e sulle difficoltà che Monteverdi ebbe durante la sua vita artistica. Verranno selezionati esempi in cui il nesso fra le condizioni di vita e il lavoro del musicista sia particolarmente evidente (spazi e tempi per la composizione e la rifinitura delle opere, scelta dei dedicatari, scelte di vita).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11575/96372
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