Uno dei più illustri rappresentanti della cultura del suo tempo, Francesco Soave (1743-1806) partecipa al processo di rinnovamento culturale e civile, dapprima a Parma, con Guillaume Du Tillot, poi a Milano, sotto la spinta riformatrice di Maria Teresa dʼAustria e di suo figlio Giuseppe II. Nel dispotismo illuminato, frutto dellʼalleanza della filosofia con il potere, di cui la Monarchia asburgica, anche nelle sue spinte più innovative e antiecclesiastiche, costituisce per lui lʼesempio più riuscito, Soave identificherà il modello in cui riporre le proprie speranze per una progressiva rigenerazione ed emancipazione dellʼumanità attraverso una rifondazione del sapere e del sistema scolastico. Sul piano speculativo, invece, la sua tensione è tutta rivolta a trovare una conciliazione tra empirismo settecentesco e dottrina cristiana, a temperare alcune implicazioni della filosofia razionalistica dei Lumi e a combatterne le espressioni più materialistiche e radicali. Lo scoppio della Rivoluzione francese segna, per il padre somasco, la fine di ogni processo riformistico. Nella grande Rivoluzione, figlia di «unʼorgogliosa e vana» filosofia, al pari di altri esponenti del cattolicesimo reazionario, ai quali lo unisce una sostanziale affinità di vedute e prospettive e la medesima nostalgia per il tempo passato egli non vede che una furia impetuosa che travolge e rovescia lʼassetto politico-costituzionale; abolisce leggi e consuetudini; disconosce distinzioni sociali; rivendica falsi diritti e infondate pretese; dissacra ogni potere costituito, ma, soprattutto, attacca e distrugge con ferma determinazione lʼautorità della Chiesa cattolica e il suo primato non solo spirituale, ma anche morale e civile allʼinterno della società.

Francesco Soave. Un illuminista controrivoluzionario.

CARLETTI, Gabriele
2015-01-01

Abstract

Uno dei più illustri rappresentanti della cultura del suo tempo, Francesco Soave (1743-1806) partecipa al processo di rinnovamento culturale e civile, dapprima a Parma, con Guillaume Du Tillot, poi a Milano, sotto la spinta riformatrice di Maria Teresa dʼAustria e di suo figlio Giuseppe II. Nel dispotismo illuminato, frutto dellʼalleanza della filosofia con il potere, di cui la Monarchia asburgica, anche nelle sue spinte più innovative e antiecclesiastiche, costituisce per lui lʼesempio più riuscito, Soave identificherà il modello in cui riporre le proprie speranze per una progressiva rigenerazione ed emancipazione dellʼumanità attraverso una rifondazione del sapere e del sistema scolastico. Sul piano speculativo, invece, la sua tensione è tutta rivolta a trovare una conciliazione tra empirismo settecentesco e dottrina cristiana, a temperare alcune implicazioni della filosofia razionalistica dei Lumi e a combatterne le espressioni più materialistiche e radicali. Lo scoppio della Rivoluzione francese segna, per il padre somasco, la fine di ogni processo riformistico. Nella grande Rivoluzione, figlia di «unʼorgogliosa e vana» filosofia, al pari di altri esponenti del cattolicesimo reazionario, ai quali lo unisce una sostanziale affinità di vedute e prospettive e la medesima nostalgia per il tempo passato egli non vede che una furia impetuosa che travolge e rovescia lʼassetto politico-costituzionale; abolisce leggi e consuetudini; disconosce distinzioni sociali; rivendica falsi diritti e infondate pretese; dissacra ogni potere costituito, ma, soprattutto, attacca e distrugge con ferma determinazione lʼautorità della Chiesa cattolica e il suo primato non solo spirituale, ma anche morale e civile allʼinterno della società.
2015
8879573616
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