Il valore aggiunto della cooperazione transfrontaliera sta nell’essere uno strumento di attivazione di processi di sviluppo condivisi attraverso i confini: uno sviluppo che senza l’elemento della condivisione sarebbe difficile da realizzare. Questa affermazione, alquanto semplice, racchiude tuttavia il “perché” della cooperazione transfrontaliera e permette di valutare i motivi per i quali tale pratica possa essere popolare, condivisa ed efficace o, al contrario, votata al fallimento. Va aggiunto che anche nei casi in cui la cooperazione transfrontaliera emerga obiettivamente come strumento valido e strategico, ciò non sia spesso sufficiente a garantirne il successo. Infatti, è essenziale che la popolazione di un’area di frontiera abbia maturato una specifica coscienza del confine e una particolare riflessività transfrontaliera. In assenza di tali presupposti, anche le migliori intenzioni “istituzionali”, sviluppate in maniera top-down, rischiano di naufragare. In sostanza, la cooperazione transfrontaliera si profila come uno strumento essenziale alla ricomposizione di fratture sociali, a partire da esigenze concrete, avvertire a livello regionale. Non può essere quindi pensata come una panacea o un wishful thinking. Diversamente, si tratta di una pratica funzionale allo sviluppo di aree nelle quali sia ben percepita la dimensione frontaliera, ovvero di aree di confine, non di semplici periferie.

Cooperazione trans-frontaliera e sviluppo. Il caso della ex-Jugoslavia

COCCO, EMILIO
2013-01-01

Abstract

Il valore aggiunto della cooperazione transfrontaliera sta nell’essere uno strumento di attivazione di processi di sviluppo condivisi attraverso i confini: uno sviluppo che senza l’elemento della condivisione sarebbe difficile da realizzare. Questa affermazione, alquanto semplice, racchiude tuttavia il “perché” della cooperazione transfrontaliera e permette di valutare i motivi per i quali tale pratica possa essere popolare, condivisa ed efficace o, al contrario, votata al fallimento. Va aggiunto che anche nei casi in cui la cooperazione transfrontaliera emerga obiettivamente come strumento valido e strategico, ciò non sia spesso sufficiente a garantirne il successo. Infatti, è essenziale che la popolazione di un’area di frontiera abbia maturato una specifica coscienza del confine e una particolare riflessività transfrontaliera. In assenza di tali presupposti, anche le migliori intenzioni “istituzionali”, sviluppate in maniera top-down, rischiano di naufragare. In sostanza, la cooperazione transfrontaliera si profila come uno strumento essenziale alla ricomposizione di fratture sociali, a partire da esigenze concrete, avvertire a livello regionale. Non può essere quindi pensata come una panacea o un wishful thinking. Diversamente, si tratta di una pratica funzionale allo sviluppo di aree nelle quali sia ben percepita la dimensione frontaliera, ovvero di aree di confine, non di semplici periferie.
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