Lo studio degli andamenti occupazionali e delle differenze strutturali nei mercati del lavoro ha da sempre costituito uno degli argomenti più trattati dalla letteratura economica. Il dibattito appare quanto mai attuale, non solo per le evidenti ripercussioni generate da tali movimenti sui livelli di produzione e di domanda aggregata (meno occupazione significa meno retribuzione, e, quindi, minori disponibilità per le famiglie), ma anche per l’impatto che la variabile occupazionale può avere sui sistemi di welfare che, come noto, vengono in gran parte finanziati proprio dal lavoro. Le caratteristiche strutturali del mercato del lavoro italiano sembrano ormai essere consolidate: il modello riscontrabile appare decisamente frammentato, con una disoccupazione che colpisce soprattutto precise categorie di persone, quali i giovani, le donne e la popolazione residente nelle regioni del Mezzogiorno. Tuttavia, negli ultimi anni, sembrerebbero essersi verificati profondi mutamenti nei meccanismi che regolano i livelli di occupazione e disoccupazione, le cui cause vanno ricercate nell’azione di variabili sia economiche, sia normative, sia demografiche. L’obiettivo del presente lavoro è quello di mettere in evidenza (utilizzando opportune metodologie quantitative) il grado di influenza dell’assetto economico e produttivo locale sui divari riscontrabili nel mercato del lavoro, e di verificare eventuali mutamenti nel tempo dei differenziali strutturali a livello regionale. A tale scopo verranno utilizzate delle metodologie multidimensionali, che permettono di far emergere quei fattori latenti che determinano la distanza tra le differenti aree del Paese.

Risorse umane e divari strutturali nei sistemi locali di sviluppo

CICCARELLI, Andrea
2004-01-01

Abstract

Lo studio degli andamenti occupazionali e delle differenze strutturali nei mercati del lavoro ha da sempre costituito uno degli argomenti più trattati dalla letteratura economica. Il dibattito appare quanto mai attuale, non solo per le evidenti ripercussioni generate da tali movimenti sui livelli di produzione e di domanda aggregata (meno occupazione significa meno retribuzione, e, quindi, minori disponibilità per le famiglie), ma anche per l’impatto che la variabile occupazionale può avere sui sistemi di welfare che, come noto, vengono in gran parte finanziati proprio dal lavoro. Le caratteristiche strutturali del mercato del lavoro italiano sembrano ormai essere consolidate: il modello riscontrabile appare decisamente frammentato, con una disoccupazione che colpisce soprattutto precise categorie di persone, quali i giovani, le donne e la popolazione residente nelle regioni del Mezzogiorno. Tuttavia, negli ultimi anni, sembrerebbero essersi verificati profondi mutamenti nei meccanismi che regolano i livelli di occupazione e disoccupazione, le cui cause vanno ricercate nell’azione di variabili sia economiche, sia normative, sia demografiche. L’obiettivo del presente lavoro è quello di mettere in evidenza (utilizzando opportune metodologie quantitative) il grado di influenza dell’assetto economico e produttivo locale sui divari riscontrabili nel mercato del lavoro, e di verificare eventuali mutamenti nel tempo dei differenziali strutturali a livello regionale. A tale scopo verranno utilizzate delle metodologie multidimensionali, che permettono di far emergere quei fattori latenti che determinano la distanza tra le differenti aree del Paese.
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