Negli ultimi anni, l’analisi territoriale sembra aver ritrovato un rinnovato vigore, alla luce del sempre più importante ruolo svolto da tale componente: infatti la consapevolezza del fallimento di alcune politiche varate, almeno fino alla fine degli anni novanta, a livello centrale (per le quali una gestione “locale” potrebbe portare a dei miglioramenti nel conseguimento dei risultati) ha spostato l’asse del ragionamento verso le “periferie” amministrative, le cui istituzioni appaiono sempre più impegnate nella predisposizione, ad esempio, di piani di sviluppo (solitamente a livello regionale); in questo stesso periodo, inoltre, abbiamo assistito ad un vero e proprio spostamento dell’asse politico e amministrativo verso la dimensione regionale, con il decentramento di tutta una serie di funzioni (precedentemente svolte dal Governo centrale) che hanno contribuito ad aumentare il ruolo e le responsabilità dei governi locali (si pensi, su tutte, alla Sanità). Non si dimentichi, poi, che gli stessi indirizzi della politica a livello comunitario indicano nella competizione tra i territori la modalità prescelta per sostenere lo sviluppo economico: proprio le regioni, infatti, sono le destinatarie dei fondi e dei finanziamenti comunitari. La politica di coesione, del resto, e pur con gli inevitabili aggiustamenti dovuti alla situazione economica attuale e al cambiamento delle priorità, appare come uno dei pilastri della politica economica dell’Unione degli ultimi decenni . Obiettivo dell'analisi è far emergere i divari strutturali tra le regioni europeenel mercato del lavoro .

Il Welfare nelle regioni dell'Unione Europea: aspetti distintivi e disuguaglianze

CICCARELLI, Andrea
2012-01-01

Abstract

Negli ultimi anni, l’analisi territoriale sembra aver ritrovato un rinnovato vigore, alla luce del sempre più importante ruolo svolto da tale componente: infatti la consapevolezza del fallimento di alcune politiche varate, almeno fino alla fine degli anni novanta, a livello centrale (per le quali una gestione “locale” potrebbe portare a dei miglioramenti nel conseguimento dei risultati) ha spostato l’asse del ragionamento verso le “periferie” amministrative, le cui istituzioni appaiono sempre più impegnate nella predisposizione, ad esempio, di piani di sviluppo (solitamente a livello regionale); in questo stesso periodo, inoltre, abbiamo assistito ad un vero e proprio spostamento dell’asse politico e amministrativo verso la dimensione regionale, con il decentramento di tutta una serie di funzioni (precedentemente svolte dal Governo centrale) che hanno contribuito ad aumentare il ruolo e le responsabilità dei governi locali (si pensi, su tutte, alla Sanità). Non si dimentichi, poi, che gli stessi indirizzi della politica a livello comunitario indicano nella competizione tra i territori la modalità prescelta per sostenere lo sviluppo economico: proprio le regioni, infatti, sono le destinatarie dei fondi e dei finanziamenti comunitari. La politica di coesione, del resto, e pur con gli inevitabili aggiustamenti dovuti alla situazione economica attuale e al cambiamento delle priorità, appare come uno dei pilastri della politica economica dell’Unione degli ultimi decenni . Obiettivo dell'analisi è far emergere i divari strutturali tra le regioni europeenel mercato del lavoro .
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