Il lavoro è finalizzato alla verifica della sussistenza di elementi distintivi degli ordinamenti contabili e dei sistemi di controllo elaborati e utilizzati in Italia dagli Stati preunitari nell’Età moderna; l'obiettivo perseguito consiste nell'individuazione dell'elevato grado di autonomia e originalità con cui definire categorie logiche e concettuali in grado di distinguere questi oridnamenti e sistemi da quelli medioevali che li hanno preceduti e da quelli che a partire dall’Ottocento li hanno sostituiti. L’analisi è stata condotta delineando il percorso storico di formazione delle diverse esigenze fiscali e di amministrazione che gli apparati statali in via di progressiva affermazione hanno dovuto fronteggiare negli oltre tre secoli che vanno dalla Pace di Lodi (1454) al Trattato di Campoformio (1797). Considerando l’articolazione della società, l’evoluzione delle funzioni di governo, la continua ridefinizione del rapporto centro-periferia, la conseguente trasformazione degli apparati in amministrazioni e le motivazioni poste alla base della diversa legittimazione del prelievo fiscale, sono stati tracciati i tratti che definiscono il meta-modello di ordinamento contabile che si afferma in Italia nell’Età moderna pervenendo alla conferma dell’ipotesi di partenza attraverso l’individuazione di propri elementi distintivi nella progressiva articolazione delle amministrazioni, nella formazione di un corpo burocratico professionale, nella creazione di sistemi di controllo sempre meno ancorati alle esigenze della revisione contabile, ma protesi a divenire potente strumento di governo del territorio. La diversa configurazione storicamente assunta dagli ordinamenti contabili e dai sistemi di controllo nei diversi Stati preunitari – da quelli che meno hanno saputo assumere i tratti della modernità a quelli che hanno rappresentato un modello di evoluzione verso assetti statuali compiutamente moderni – ha consentito di ottenere analitiche conferme sulla originalità del meta-modello, ponendo in evidenza una tendenza evolutiva comune pur in presenza di poliedriche configurazioni delle istituzioni e degli apparati che ne hanno rappresentato la concreta manifestazione storica. [...]

Ordinamenti contabili e sistemi di controllo negli Stati pre-unitari: l’Antico Regime

D'AMICO, Luciano
2010-01-01

Abstract

Il lavoro è finalizzato alla verifica della sussistenza di elementi distintivi degli ordinamenti contabili e dei sistemi di controllo elaborati e utilizzati in Italia dagli Stati preunitari nell’Età moderna; l'obiettivo perseguito consiste nell'individuazione dell'elevato grado di autonomia e originalità con cui definire categorie logiche e concettuali in grado di distinguere questi oridnamenti e sistemi da quelli medioevali che li hanno preceduti e da quelli che a partire dall’Ottocento li hanno sostituiti. L’analisi è stata condotta delineando il percorso storico di formazione delle diverse esigenze fiscali e di amministrazione che gli apparati statali in via di progressiva affermazione hanno dovuto fronteggiare negli oltre tre secoli che vanno dalla Pace di Lodi (1454) al Trattato di Campoformio (1797). Considerando l’articolazione della società, l’evoluzione delle funzioni di governo, la continua ridefinizione del rapporto centro-periferia, la conseguente trasformazione degli apparati in amministrazioni e le motivazioni poste alla base della diversa legittimazione del prelievo fiscale, sono stati tracciati i tratti che definiscono il meta-modello di ordinamento contabile che si afferma in Italia nell’Età moderna pervenendo alla conferma dell’ipotesi di partenza attraverso l’individuazione di propri elementi distintivi nella progressiva articolazione delle amministrazioni, nella formazione di un corpo burocratico professionale, nella creazione di sistemi di controllo sempre meno ancorati alle esigenze della revisione contabile, ma protesi a divenire potente strumento di governo del territorio. La diversa configurazione storicamente assunta dagli ordinamenti contabili e dai sistemi di controllo nei diversi Stati preunitari – da quelli che meno hanno saputo assumere i tratti della modernità a quelli che hanno rappresentato un modello di evoluzione verso assetti statuali compiutamente moderni – ha consentito di ottenere analitiche conferme sulla originalità del meta-modello, ponendo in evidenza una tendenza evolutiva comune pur in presenza di poliedriche configurazioni delle istituzioni e degli apparati che ne hanno rappresentato la concreta manifestazione storica. [...]
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